Ha stregato tutti, con la sua partecipazione a Italia’s Got Talent. Domenico Catricalà, per tutti Mimmo, ha trionfato nella popolarissima trasmissione di TV8 condotta da Lodovica Comello, convincendo senza esitazione i 4 giurati: Federica Pellegrini, Claudio Bisio, Mara Maionchi e Frank Matano.
Una performance da record, quella di Mimmo che, accompagnato dal suo allenatore della Vigor, Turi Putrino, ha battuto il record mondiale da lui stesso detenuto di stacco della Powerlifting nella categoria over 80 e 52 chili di peso: 141 chili.
A rendere più spettacolare questo trionfo, il fatto che Mimmo Catricalà non è un ventenne navigato nello sport e non è nemmeno così giovane. Domenico ha 82 anni e nella sua vita ne ha viste tante, reinventandosi sempre e non fermandosi mai, convinto che la vita abbia sempre nuovi treni da prendere.
Vercellese di nascita di famiglia calabrese, classe 1937, una gentilezza e una umiltà senza eguali, una forza di spirito e una determinazione racchiuse in un uomo dall’animo nobile. “Riassumere” Mimmo Catricalà non è semplice, lui che sembra aver vissuto tante vite diverse, trovando sempre nuovi traguardi da raggiungere.
Lo abbiamo incontrato per farci raccontare, in una chiacchierata, la sua affascinante e straordinaria storia.
“A 12 anni, dopo la seconda media, lasciai la scuola e lavorai come radiotecnico e come argentiere. Dopo 5 anni di lavoro tornai a scuola e, nel 1960, presi il diploma di geometra. Mi iscrissi alla facoltà di Economia e Commercio dell’Università Cattolica di Milano e, in quel periodo, tra i promotori delle associazioni studentesche vercellesi, organizzai, tra le altre cose, la prima veglia universitaria tenutasi a Vercelli, nel 1960, con ospiti Gino Paoli, Ricky Gianco e Nicola Arigliano”.
E già da questi primi ricordi si ha l’impressione della grandezza di un uomo semplice che ha sempre voluto essere protagonista della sua vita e del suo tempo. “Oltre al calcio (giocavo con la Virtus Villadossola) mi piaceva suonare la batteria. Così, dopo tre anni di Università e alcuni esami, rinunciai alla possibilità di diventare commercialista ed entrai a far parte del complesso The Sleepings, sostituendone il precedente batterista. Con questa band ho suonato in locali da ballo del Piemonte, della Liguria, della Lombardia – come al Piper di Milano – dell’Emilia Romagna e della Toscana. In particolare, ho avuto la possibilità di suonare con Lucio Battisti e due volte al Mediterraneè di Pegli con Mina, ma, soprattutto, nel 1965 ho inciso per la casa discografica Cetra un 45 giri per la colonna sonora del film di Duccio Tessari “Una voglia da morire” e nel 1967, con la band, ho avuto la possibilità di condividere il palco con i Rolling Stones nella tournee italiana di Mick Jagger”. E qui, i ricordi, diventano pelle d’oca e commozione.
“Nel ‘72 lasciai gli Sleepings e per tre mesi suonai su navi da crociera tra le isole greche e la Turchia. Poi tornai a Vercelli e, poiché stava arrivando la stagione delle televisioni e delle radio “libere”, comprai una telecamera e un videoregistratore e, con un amico, iniziai a girare il nord Italia al seguito della Pro Vercelli, facendo le telecronache delle partite in trasferta che poi, il lunedì o il martedì sera, facevo vedere nei bar di Vercelli, collegando il videoregistratore al televisore”.
Un’esperienza che poi portò Catricalà a fondare, di lì a poco, una televisione privata: Televercelli, iniziando le trasmissioni via cavo con un notiziario di cronaca locale. Nell’estate del 1975 fondò la radio libera Radio City-Televercelli. E dopo appena pochi giorni, il successo di quella prima radio cittadina fu tale, da costringerlo, per via degli impegni, a rinunciare alla televisione.
Radio City, di cui Mimmo è stato editore e direttore, divenne una delle “radio pilota” in Italia, quelle emittenti, non più di una quarantina in tutta la penisola, scelte dalle major discografiche per il lancio in anteprima dei dischi. Alla sua radio arrivarono, tra tanti altri, i Matia Bazar, Ligabue, Dik Dik, Angelo Branduardi, Fiorella Mannoia e Donatella Rettore, partecipando anche a 27 edizioni consecutive del Festival di Sanremo, nonché al Festival Jazz internazionale di Montreaux, al Festivalbar, alla Vela d’Oro di Venezia, al Disco per l’Estate, al Festival Jazz di Zurigo, ad Azzurro, organizzato da Mediaset a Bari.
A partire dalla fine degli anni Settanta, Radio City iniziò anche a organizzare concreti importanti: Enzo Jannacci e Roberto Benigni, Eugenio Finardi, Francesco Baccini, Mango, Pino Daniele, Roberto Vecchioni, i New Trolls, Cristiano De Andrè, Zucchero, i Litfiba, Vasco Rossi e Luciano Ligabue. Direttore Artistico di Radio Donna di Milano, corrispondente da Vercelli di RTL Regione e la passione per lo sport: prima il windsurf, poi la pesistica.
Dal 2009, invece, Mimmo Catricalà partecipa ogni anno ai Campionati Europei e a quelli Mondiali, nella categoria tra i 52 e i 56 chilogrammi, per le specialità, soprattutto, dello Squat e dello Stacco, gareggiando in Italia, Francia, Belgio, Germania, Galles e Stati Uniti. E proprio negli States, a Muskegon, nel Michigan, ai Campionati Mondiali del 2011, si classifica primo assoluto nello Squat, sollevando 100 kg e quarto assoluto, ma primo tra i Master, nello stacco, sollevando 150 kg., vale a dire tre volte il suo peso.
Poi, sono arrivati i record: quello mondiale nella categoria Master 7 (età da 70 a 75 anni) con 105 kg nello Squat e 155 kg nello Stacco ai Mondiali di Anversa nel 2013, nella categoria Master 8 (età da 75 a 80 anni) e, infine, nella categoria Master 9 (età da 80 a 85 anni) con 92,5 kg. nello Squat e 130 kg. nello Stacco (risultati ottenuti ai Mondiali ancora di Anversa nel 2017). Successi, traguardi e sfide, collezionati nel tempo e condivisi con la moglie Giulia, con il figlio Marco e la nipotina Aurora.
Tornando alla partecipazione a Italia’s Got Talent e al record superato, quanta preparazione c’è voluta in termini di tempo quotidiano, impegno, preparazione psicologica, alimentare?
“Per quanto riguarda la preparazione e l’alimentazione non ho alcun segreto. Vado in palestra tre volte alla settimana, seguo una delle tante tabelle e un po’ il mio istinto, e mangio normalmente come tutti, senza limitazioni, escludendo alcool e fumo. Nessuna privazione: ci mancherebbe, alla mia età. Non prendo integratori, né aminoacidi, nulla di extra in più di quello che ho già detto”.
Cosa rappresenta per lei lo sport?
“Esattamente come la musica, mi ha accompagnato per tutta la vita. Ho fatto il musicista professionista per 13 anni, ho fondato una delle prime radio private in Italia – Radio City Vercelli – che ho diretto fino al 1998. Direi quindi che lo sport è stato sempre per me pane quotidiano”.
Cosa rappresenta il suo esempio per i giovani che fanno sport?
“A volte alcuni di loro appaiono spocchiosi e superficiali. Non tutti però, ovviamente. Spero che la mia presenza sulle pedane mandi loro un messaggio per far capire l’importanza del praticare sport, a qualsiasi età. Lo sport, infatti, aiuta a crescere nel rispetto dell’avversario, dei giudici e dei preparatori”.
Una vita in continuo cambiamento, sempre in evoluzione? È questo il segreto per una vita “da record”?
“Non so se sia giusto definire la mia “una vita da record”. So solo che ho sempre cercato di fare, con entusiasmo, le cose che mi appassionavano. Ci ho messo tantissimo impegno e i risultati sono venuti. Credo che il segreto sia divertirsi in quello che si fa e avere metodo, sapersi organizzare. Ho sempre fatto così, con la musica, la radio, il windsurf, e continuo a farlo anche con il powerlifting”.
Cosa c’è nel futuro di Mimmo?
“Mah, chi lo sa. Io credo nella genetica ma anche nella preparazione fatta di sacrificio e di vita da sportivo. Se a ciò si abbinano volontà, costanza e coraggio, i risultati arrivano. Detto ciò vorrei continuare, finché mi sarà possibile, con questo sport e magari migliorare ancora i miei risultati”.
Un sogno nel cassetto?
“Alla mia età non so se si può parlare di sogni nel cassetto. Sono per la serenità, la pace e, soprattutto, la salute”.