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 Calcio femminile, una scommessa vinta

Calcio femminile, una scommessa vinta

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Dal “caso Belloli” al professionismo, la crescita del movimento attraverso le tappe più importanti

a cura di Luca Bordogna

Il punto di svolta del movimento calcistico femminile ha una data ben precisa: 5 marzo 2015. Quel giorno, nel corso del consiglio direttivo del dipartimento calcio femminile, l’allora presidente della Lega Nazionale Dilettanti Felice Belloli si scaglia contro l’intero movimento: “Basta! Non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche”.
Poche parole, intrise di disprezzo, che suscitano un’immediata indignazione dell’opinione pubblica, accendendo così i riflettori su un mondo che, fino a quel momento, era sostanzialmente sconosciuto alla maggior parte di tifosi ed appassionati.
Nello stesso anno, infatti, vengono ufficializzate le prime affiliazioni ai club maschili, con la Fiorentina Women’s a fare da apripista. Da lì in poi, sarà sempre un crescendo: nel quinquennio successivo irrompono sulla scena Juventus, Milan, Inter e Roma, per citare le realtà di maggior prestigio. Quello della sinergia con le società maschili è uno dei capisaldi su cui si basa il movimento: nella stagione appena conclusa, infatti, dieci delle dodici squadre di Serie A erano direttamente legate ad un club professionistico maschile ed i dati relativi allo sviluppo del movimento nell’ultimo decennio non lasciano spazio ad interpretazioni. Il totale delle atlete tesserate per la Federcalcio è passato da 18.854 a 31.390, facendo registrare una crescita del 66,5%, mentre ancor più significativi sono i numeri che riguardano il settore giovanile, che ha visto le richieste di tesseramento sostanzialmente raddoppiate.
L’evento che, però, ha innescato la miccia che ha avvicinato all’universo femminile anche i più scettici sono stati i Mondiali di Francia del 2019, con le partite della Nazionale trasmesse interamente in tv in chiaro ed una entusiasmante cavalcata delle azzurre fermata soltanto dall’Olanda nei quarti di finale.
L’incremento delle rappresentative nazionali che ad oggi sono sette, il potenziamento e la specializzazione degli staff, il numero di arbitri donne in attività che ha raggiunto quota 1.750 e la storica elezione di Sara Gama come vice presidente dell’Aic, l’Associazione Italiana Calciatori, sono altri elementi che hanno certificato una espansione sempre più marcata. Il tutto in un panorama di crescita che rappresenta il frutto di un programma di sviluppo chiaro e sostenibile e di un lavoro a 360 gradi.
Adesso però il futuro è alle porte, ed è più rosa che mai: a partire dalla prossima stagione le calciatrici della serie A diventeranno a tutti gli effetti atlete professioniste, un traguardo impensabile fino a poco tempo fa. Nel contempo verrà introdotto il nuovo format della massima serie, che prevede dieci squadre partecipanti, due fasi, una poule Scudetto e una poule retrocessione, per un totale di 28 giornate per un campionato più equilibrato e competitivo. E soprattutto sempre più appetibile per i tifosi.