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Camilla Alfieri: dallo sci alpino al master in management sportivo

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Camilla Alfieri è un’ex sciatrice alpina italiana specialista di slalom gigante e supergigante. Esordisce in Coppa del Mondo nel 2004 in slalom speciale ottenendo nel 2008 il miglior piazzamento in classifica generale (70ª), passando per 10 podi in Coppa Europa e ottenendo il miglior piazzamento nella classifica generale nel 2007 (3ª). Ex atleta dell’Esercito, ha attivato il percorso della dual career nel 2012, mentre si apprestava a lasciare il professionismo, conseguendo il Master in Management Sportivo alla Ghirada Città dello Sport di Treviso. Giornalista e commentatrice sportiva per Eurosport e Discovery+, oggi lavora nell’headquarter di Mares del gruppo Head, l’azienda di attrezzature subacquee, e si occupa del marketplace.

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Essere atleta oggi: quanto è importante dedicare del tempo alla dual career?
Dividersi tra studio e attività vera e propria è abbastanza complicato e sarà forse scontato e banale ma la struttura che abbiamo in Italia non aiuta in questo processo. È uno sforzo importante ma che dal mio punto di vista ha sempre rappresentato un po’ un equilibrio: una possibilità di crescita perché si può portare tanto nello studio di quello che si impara nello sport, come il metodo, e viceversa. Vedo le due cose molto vicine tra loro e possono rappresentare, in determinati momenti, uno stacco per l’atleta. Lo studio, se vogliamo, riconnette alla realtà di tutti giorni, a una vita normale e lo sport offre la possibilità di stare all’aria aperta, di viaggiare e conoscere. Sono due aspetti molto correlati e arricchiscono quella che è la formazione e il bagaglio di esperienze che ogni persona dovrebbe avere. Insomma un’abbinata vincente però non sempre facile da gestire.

La dual career degli atleti inizia da giovanissimi. Già andare a scuola e allenarsi può risultare molto complicato. In che modo hai conciliato le due cose?
Conciliare le due cose non è stato così facile ed è stato un impegno, forse più che in altri contesti, che ha coinvolto tutta la mia famiglia. Se guardo alla mia esperienza personale posso dire che i miei genitori, le persone a me vicine, i miei compagni di classe si sono sempre messi a disposizione per studiare alle ore più strane, per recuperare gli appunti, le lezioni. Spesso poi, per chi come me viene dalla città, è complicato perché bisogna raggiungere la montagna e più si va avanti e più il tutto diventa impegnativo. Chi ha l’indole da agonista poi difficilmente accetta di prendere brutti voti. Io ho avuto la possibilità di frequentare un istituto a Genova, seppur lontano dalla realtà degli sport invernali, che seguiva regole che consentivano un certo numero di assenze a fronte di un certo rendimento scolastico. La cosa che spiace è che pochissimi atleti, soprattutto nello sci alpino, riescano ad andare oltre: gli atleti laureati che sono riusciti ad arrivare in Coppa del Mondo si contano sulle dita d’una mano. A un certo punto ci si trova quasi costretti a fare una scelta mentre non dovrebbe essere così.

Le Olimpiadi rappresentano un punto altissimo nella carriera degli atleti professionisti. Come vivi oggi le tue Olimpiadi da commentatrice per discovery?
L’Olimpiade è un evento che fa quasi impressione soltanto a nominarlo. Parteciparvi da atleta è un sogno veramente per pochi, soprattutto nelle nazioni dove c’è più concorrenza interna, per cui è un qualcosa che ti porta in una realtà diversa perchè comunque, essere un olimpionico, porta ad avere un’esperienza e un alone particolare a prescindere da quello che può essere il risultato, questo in una visione un po’ decoubertiana della cosa. Per me questa è ormai la terza Olimpiade da commentatrice ed è un’esperienza unica perché comunque si ha la possibilità di raccontare un evento e le gesta degli atleti che rimarranno nella memoria. Poterlo fare e avere l’onore di farlo per me è una cosa importante e per questo nasce la volontà di farlo al meglio e cercare di raccogliere, grazie all’aiuto di chi è sul campo ed è sempre a disposizione, quegli elementi per raccontare cose che non si riescono a vedere, che accadono dietro le quinte. Questo porta ad arricchire l’evento anche perché queste Olimpiadi appaiono così lontane, in senso assoluto del termine: per esempio legare la Cina agli sport invernali, tolta qualche disciplina, rende l’evento già di per sé particolare. Basti pensare alle venue nate appositamente per l’Olimpiade che abbiamo l’onore e una certa responsabilità nel descriverle visto che è necessario farlo nella migliore maniera possibile per avvicinare le persone a casa ai Giochi. Per me è un motivo di orgoglio poter dire di essere un talent olimpico: è un’esperienza unica che sono contenta di poter ripetere dopo PyeongChang 2018 e dopo Tokyo 2020.

Nei 19 giorni delle Olimpiadi Invernali di Pechino 2022, il pubblico di discovery+ potrà fare affidamento su un team italiano di oltre 40 esperti. Alle storiche voci conosciute dagli appassionati di sport invernali si affiancheranno tantissimi ex atleti come Camilla che ha deciso di raccontare la sua esperienza in discovery+ e di vivere, con un pizzico di sana invidia, un’avventura che le restituirà, per tutti i 19 giorni di Olimpiade, una grande gioia!

Camilla commenterà le gare dello SCI ALPINO FEMMINILE assieme a:

Gianmario Bonzi
Daniela Merighetti

Sarà anche impegnata nel commento dello SCI FREESTYLE con:
Riccardo Roversi
Dmitrii Sartor
Silvano Varettoni