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Il personaggio
 Intervista a Francesco Montervino, direttore sportivo del Taranto

Intervista a Francesco Montervino, direttore sportivo del Taranto

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a cura di Caterina Cerino addetto stampa del Taranto FC

In questo numero parla un personaggio di spicco, Francesco Montervino, attualmente Direttore Sportivo del Taranto FC 1927.

Classe 1978, nato a Taranto, Montervino porta la sua esperienza come calciatore prima e dirigente nelle aule della Sport Business Academy. Una carriera gloriosa la sua, partendo dalle giovanili del Taranto fino ad arrivare ad indossare la fascia di capitano nel Napoli. Quella stessa fascia indossata dal giocatore più forte della storia del calcio, el diez, el pibe de oro, Diego Armando Maradona. Il Diesse del Taranto si è sempre contraddistinto nella sua carriera per “l’arraggia e la cazzimma”. In un’intervista rilasciata al Mattino ha detto: «L’arraggia l’ho sempre avuta, la cazzimma l’ho acquisita. La tecnica la puoi migliore, la cazzimma no». Queste due caratteristiche se le porta ancora dietro, oggi in veste di dirigente, è uno dei Direttori Sportivi giovani, migliori che ci siano nel panorama calcistico. Nella stagione scorsa, entrato in punta di piedi a Taranto e carico di responsabilità viste le sue origini, è riuscito a riportare Il Taranto, la squadra della sua città, tra i professionisti dopo ben 29 anni. Oggi ancora alla guida del “suo” Taranto, sta dimostrando insieme alla squadra che ha costruito ed allo staff tecnico quanto la passione, la preparazione, la dedizione, per il lavoro siano elementi fondamentali nel calcio.

Hai iniziato la sua carriera come calciatore a Taranto e da 2 anni è il suo direttore sportivo. Avresti pensato di fare questo nella tua città da grande?
Quando ho iniziato a giocare a calcio non pensavo a cosa avrei fatto nel dopo carriera da calciatore, vedermi nelle vesti di Direttore Sportivo nella mia Città nativa un po’ mi sorprende ma allo stesso tempo mi rende orgoglioso.

La tua carriera ti ha visto  per tanti anni a Napoli come capitano cosa porti sempre con te di quegli anni?
Degli anni a Napoli porto con me tutto! Sono stati gli anni più importanti della mia carriera, sono gli anni che mi hanno visto protagonista da capitano di una delle 20 squadre più importanti d’Europa e quindi per me ogni singolo giorno è un ricordo indelebile. Mi porto un bagaglio di esperienza vissuto nella gestione di uno spogliato che aveva sei milioni di tifosi in tutto il mondo.

Sei un direttore che punta molto sui giovani, pensi che i nostri settori giovanili siano ancora in una fase di sviluppo rispetto quelli esteri?
Io credo molto nei Settori Giovanili. Per far si che le prime squadre possano tirar fuori calciatori dal settore giovanile, credo che bisognerebbe cambiare qualcosa a livello di normative, quel qualcosa potrebbe essere obbligare le società a puntare e ad investire sul Settore Giovanile. Senza dubbio, rispetto ad altri Paesi, noi siamo molto indietro, basta vedere a quello che succede in Olanda, Belgio, per non parlare di Spagna, Francia ed Inghilterra. In Italia siamo indietro di almeno 10 se non addirittura 20 anni. La crescita ed il lavoro fisico-cognitivo ,che un giovane calciatore non italiano ha, è completamente diversa dalla nostra. Noi siamo bravi a raggiungere lo stesso livello /obiettivo, anche con le prime squadre, perché credo che culturalmente la mentalità che ha un calciatore giovane italiano sia quella da subito della competitività. Probabilmente noi siamo più pronti degli altri settori giovanili europei ma tecnicamente ed a livello cognitivo arriviamo sempre in ritardo.

Tra l’altro sei anche docente da diversi anni alla Sport Business Academy per vari percorsi formativi, cosa ti piace di questo tuo ruolo?
Del ruolo di docente alla Sport Business Academy mi piace portare le mie esperienze, la mia natura, mi piace far arrivare ai ragazzi che mi ascoltano in aula, quella che è la realtà delle cose che si fanno. Sono molto più propenso alla pratica che alla teoria, quello che faccio durane le mie lezioni è semplicemente riportare le esperienze vissute. Questo per fortuna mi viene facile poiché ho avuto una carriera da calciatore ad alti livelli, che mi permette di capire cosa pensa un calciatore. Avendo fatto anche l’Allenatore, l’Osservatore ed il Direttore, ho esperienza in vari settori quindi, quando mi vado a relazionare con i ragazzi che partecipano ai nostri corsi, porto loro la parte concreta delle materie che loro studiano.

Un tuo pensiero finale sulla prossima vetrina di calciomercato e sul tuo Taranto…
Se devo fare un pensiero sulla nostra finestra di mercato, noi siamo una Società molto blasonata ma che allo stesso tempo non ha la possibilità di fare un mercato altisonante, quindi, come sempre, cercherò di migliorare la qualità della nostra squadra cercando di non creare problemi alle casse della Società. Cercherò di alzare il livello senza spendere.