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Il movimento per tornare liberi. L’intervista a Guido Bruscia.

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«Saltare è una delle cose che ci piace di più fare da piccoli, ed è anche un gesto atleticamente completo, perché ha tutto: potenza, coordinazione, forza. Ma ce ne dimentichiamo da adulti. Quando una persona è davanti a un ostacolo, sia pur non importante, ha paura di saltare. L’allenamento funzionale aiuta a sbloccarsi e a rendersi padroni del proprio corpo attraverso il movimento. E sbloccarsi è come tornare liberi”.

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Il racconto di Guido Bruscia comincia entrando nel vivo della sua attività e presto si apre un serbatoio di conoscenze tecniche, scientifiche e umanistiche che lasciano senza fiato.
Lui è il guru in Italia dell’allenamento funzionale, creatore e direttore tecnico della Functional Training School, la prima scuola di questa disciplina nel nostro Paese.
In realtà, a voler raccontare nel dettaglio chi è Guido Bruscia, non basterebbero decine di articoli. La sua esperienza nel settore lo ha portato a conquistare traguardi sempre più importanti, perchè, come lui stesso sostiene, anche la formazione e il perfezionamento fanno parte di quel movimento che è elemento essenziale nella vita di ognuno e deve essere sempre mantenuto attivo…non ci si deve fermare mai, insomma.
Responsabile Nazionale Libertas per il Kettlebell Training e l’Allenamento Funzionale, Docente MSP per l’Allenamento Funzionale e il Personal Training, Docente Libertas per i corsi di Allenamento Funzionale e Kettlebell Training e per Fitness Best Innovations (FBI), Docente della Federazione Italiana Fitness (FIF) e dell’Associazione Italiana Personal trainer (AIPT), Presenter Internazionale di Allenamento Funzionale e Kettlebell Training, attivo in Italia e all’estero, autore di volumi specifici sull’argomento.
L’elenco è lunghissimo e si arricchisce non solo di titoli, ma di persone incontrate lungo il viaggio. Perchè per Guido Bruscia, che si definisce orgoglioso, permaloso, eccessivamente autocritico e iper sensibile e generoso, la condivisione del percorso e delle conoscenze è una ricompensa inestimabile.

Non nascondo che proprio questo lungo elenco di esperienze, all’inizio, ha acceso un giustificato timore reverenziale nell’approcciarmi a un maestro come lui. Eppure, sono bastati pochi scambi per farmi sentire a mio agio, e presto consapevole del fatto di trovarmi di fronte prima di tutto ad un uomo grande oltre che a un grande professionista.

 

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Una vita all’insegna della formazione e del perfezionamento? Chi è Guido Bruscia e qual è la sua filosofia professionale e di vita?
Sono un uomo fortunato, che è riuscito a fare coincidere la propria passione col proprio lavoro. La mia filosofia di vita è quella del percorso, che aspetta ognuno di noi e che segue ognuno di noi ed è ispirata da una frase di Jostein Gaarder che dice “la risposta a una domanda è un cammino già percorso, solo una nuova domanda ci permette di andare avanti”. Ricordo che quando ho deciso di intraprendere questa strada, mio padre all’inizio ci ci rimase male, poi da lui ho avuto un grande insegnamento.Un giorno in palestra guardandomi negli occhi mi disse “tu puoi fare e scegliere qualsiasi strada, ti chiedo solo di seguirla fino in fondo, senza pentirti e nel tuo percorso di essere gentile e rispettoso con tutti” ed è proprio su questi valori che ho cercato di disegnare la mia vita e la mia professione.

Cosa significa movimento e cosa le persone dovrebbero davvero imparare oggi in merito?
Il movimento è vita. Scontato? Forse, ma è reale! Tutti gli ultimi studi di neurologia ci dicono che due sono gli obiettivi del nostro cervello: sopravvivenza e movimento. Riscoprire la bellezza di vivere e crescere insieme al proprio corpo e non considerarle come due unità disgiunte è stupendo.

L’attività funzionale nello sport, nelle scuole e per le donne in gravidanza: a che punto è l’Italia?
Non c’è. Il vero Funzionale è ancora oggi una nicchia, quando invece un piano di studi nelle scuole elementari e medie dovrebbe pensare alla salute dei bambini e dei ragazzi.

Movimento e prevenzione o movimento è prevenzione: cosa ne pensa?
Il movimento è prevenzione, per un semplice motivo: il nostro corpo è una struttura che si automantiene grazie al movimento. Il movimento è il check up della macchina umana. Il movimento è il migliore anti-aging (lo provano migliaia di studi) e guarda caso è partita proprio dall’OMS l’invito ai medici a prescrivere l’esercizio fisico come terapia.

Lei è un grande formatore ma anche un grande comunicatore. Come si arriva a questa completezza professionale e quanto è importante la comunicazione nella sua professione?
Comunicare è fondamentale per insegnare. Seguo l’etimologia latina “in-signare” , tracciare segni dentro. Per comunicare bisogna capire che la cultura è un ponte, non una barriera.

Movimento, tecnica, esercizio… il trainer ha a che fare con la salute del corpo dei suoi “allievi” ma non solo…
Il trainer ha a che fare con la salute dei suoi allievi. Non esiste solo una parte esclusivamente fisica. Il mio approccio non è migliorare il tuo corpo (questo è qualcosa che accade come effetto a cascata); il mio obiettivo è CAMBIARE LA TUA VITA. Il lavoro su lunghe catene cinematiche del Funzionale migliora la risposta ormonale, il sistema immunitario, l’umore, le risposte fisiologiche ed è un antidoto straordinario contro la depressione e l’invecchiamento. Stiamo parlando solo di corpo?…(sorride)

La “ricetta” dell’ottimo trainer?
Una sola: rendere prezioso ogni istante che il tuo allievo passa con te.

L’importanza della formazione oggi in un settore come il suo e le difficoltà che ha incontrato lei nel suo percorso.
La Formazione è il terreno da coltivare per un trainer. Non si finisce mai di formarsi e di imparare. Le difficoltà le trovi ogni volta che ti sposti dalla strada maestra frequentata da tutti e inizi a seguire, studiando e applicandoti, le tue intuizioni e le strade secondarie. E’ fondamentale capire che non fai questo lavoro per il consenso degli altri, ma per il tuo.

Un libro da leggere assolutamente nella vita e un viaggio da fare…
Da leggere, Wayne Dyer “Le vostre zone erronee”. Un viaggio da fare per qualsiasi trainer, credo sia la California; per me, in particolare Santa Monica.

Un personale messaggio a tutte le persone che leggeranno questa intervista.
Il tuo corpo è il posto più bello in cui puoi abitare, rendilo efficiente.

Un consiglio per chi vuole diventare come lei un trainer.
Il mio consiglio è uno solo: segui la strada della passione sempre: sarà l’unica di cui non ti pentirai mai.