Siamo di fronte all’ennesima resa del calcio italiano. La squadra che da 8 anni domina indiscussa il nostro campionato ha ricevuto una sonora lezione di calcio dai “ragazzini terribili” olandesi. Anche quest’anno l’assalto bianconero alla Champions League è fallito, nonostante l’acquisto del “re” della coppa dalle grandi orecchie. Questa volta, però, più che i demeriti della Juventus è bene soffermarsi sui grandi meriti dell’Ajax, una squadra che incarna in pieno lo stile del calcio olandese. Tecnica sopraffina che permette un gioco di prima, rapido, scambi nello stretto. Non un possesso palla sterile, non il classico tiki taka che suona come una ninna nanna. Finalmente una squadra che gioca a calcio, che diverte e si diverte, che fa correre la palla e che verticalizza. Il gioco di squadra alla base di tutto, non il singolo. Una squadra organizzata, con una precisa idea di gioco, e con una netta superiorità fisica. Vederli giocare è uno spettacolo. E se in alcune situazioni non fossero stati fin troppo leziosi, il risultato di ieri poteva essere più sonoro. Ma probabilmente è stato proprio quel loro modo di arrivare in porta con la palla, e nella maggior parte dei casi ci sono riusciti, che ci ha affascinato. Troppo forti per la Juventus, tra andata e ritorno i bianconeri non ci hanno capito niente. Sempre in balia dell’avversario, ogni volta che l’Ajax si avvicinava all’area di rigore dava l’impressione di poter fare molto male.
L’età media degli 11 titolari dell’Ajax ieri è inferiore ai 25 anni. Eppure, hanno affrontato la sfida come dei veterani: spregiudicati, senza timore, hanno dimostrato di non subire la bolgia dello Juventus Stadium. Una squadra che ha messo sotto prima il Bayern, poi i Campioni d’Europa in carica del Real Madrid, con un sonoro 1-4 al Bernabeu, e infine la Juve. Esami di tedesco, spagnolo e italiano passati con 30 e lode. Ora ci sarà la prova di inglese. Se tutte le squadre giocassero così, il calcio sarebbe davvero un’arte. Auguriamoci che l’Ajax alzi quella coppa, chi gioca una calcio del genere dovrebbe averla di diritto.
Chapeau!