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 I social e lo sport, cambiamenti nell’epoca del digitale

I social e lo sport, cambiamenti nell’epoca del digitale

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Gli anni ’90 e Internet. Le nostre vite, completamente cambiate. Il modo di comunicare, anche tra noi, stravolto. Poi la nascita dei Social Media. Facebook, Twitter e Instagram, parti integranti delle attività di comunicazione, anche delle aziende.
Lo sport non è più lo stesso. I tifosi sono cambiati. E con loro, tutte le società sportive, in primis quelle calcistiche, hanno assunto nuovi modelli di comunicazione. Gli atleti stessi hanno iniziato a percepire questa loro sovraesposizione come professionisti, persone e parti di un brand.
Le agenzie di stampa e le testate giornalistiche oggi monitorano costantemente le attività social delle società, dei loro tesserati e dei procuratori sportivi, i quali a volte possono anche decidere e indirizzare, con le dichiarazioni sui loro profili ufficiali, le strategie dei trasferimenti dei propri tesserati. Veri e propri influencer dello sport, esattamente come gli atleti.

Ma gli obiettivi della comunicazione sportiva sul web non sono diversi dalla comunicazione tradizionale. Le finalità sono le stesse, come l’aumento della popolarità, nazionale e internazionale; il rafforzamento del rapporto con i fan; l’aumento delle vendite di biglietti e degli abbonamenti; la promozione del merchandising e il reclutamento degli sponsor.
La comunicazione sui social network ha definito però, almeno altri due aspetti. La massiccia esposizione dei propri tesserati, chiamati a bilanciare le proprie dichiarazioni in quanto rappresentanti della società; e la correzione di comunicazioni errate, opinioni sbagliate o comunque non gradite, in tempo reale. E non da sottovalutare, l’implementazione di nuove risorse e investimenti che aprono la strada a progetti sempre più innovativi.

È quindi semplice comprendere come essere presenti sui social non sia facile e comporti un certo impegno, qualche rischio e come necessiti di professionisti del settore. Una dichiarazione sbagliata, infatti, può pregiudicare la reputazione della società, con ripercussioni a livello economico, essendo molte di queste quotate in borsa.

Ma quanto la reputazione digitale può influire sulla carriera sportiva di un atleta?
Possiamo dire, con ogni probabilità, che una buona “digital reputation” influisce, e in modo importante, anche in prospettive di mercato. Ad esempio, allenatori e dirigenti sportivi monitorano i profili personali degli atleti. Infatti adesso possono comprendere atteggiamenti e inclinazioni sociali che prima non avevano la possibilità di conoscere. La scelta di acquistare un giocatore passa inevitabilmente anche da qui. Un atleta che non ha sotto controllo la sua digital reputation, oggi, rischia di compromettere non solo la sua carriera ma anche l’equilibrio di uno spogliatoio, indispensabile negli sport di squadra, e la reputazione della società che lo acquista.

I social e i tifosi.

Il tifoso e l’appassionato di sport, oggi, è anche un follower. Vuole seguire in diretta gli eventi della sua squadra e del campione preferito. Ricevere aggiornamenti in tempo reale. Guardare gli highlights della gara in ogni momento, soprattutto da “mobile”. Inoltre, i social network hanno sviluppato in maniera esponenziale il bisogno di esprimere i propri pareri su tutto ciò che accade ed è in questo contesto che, i social media, si pongono come la piattaforma perfetta per comunicare e per interagire immediatamente con i propri idoli. Sempre Instagram, la piattaforma che dà i risultati migliori, grazie a contenuti visual che stimolano la discussione e l’interazione con i tifosi. Linguaggio giovane, sciolto e accattivante che contribuisce a creare e consolidare la fan base social. Nella nuova comunicazione sportiva, sta diventando predominante la possibilità di interazione immediata tra gli utenti, andando pian piano a sostituire il vecchio “Bar Sport” dove i tifosi si ritrovavano la domenica prima di andare allo stadio.