Sono pochi gli sportivi che legano indissolubilmente il loro nome a quello del loro sport. Atleti che segnano un’era. Roger Federer nel tennis, Lionel Messi nel calcio, Michael Schumacher in Formula 1, Mike Tyson nel pugilato, Tiger Woods nel golf, Usain Bolt nell’atletica, Michael Phelps nel nuoto e Lindsey Vonn nello sci. Proprio quest’ultima, ieri, ha dato l’addio alle piste. E lo ha fatto nel modo migliore, l’unico modo che lei conosce: medaglia di bronzo nella discesa libera dei Mondiali di Are. Ottavo podio iridato della carriera, che va a completare un palmares da brividi: tre medaglie olimpiche (un oro e due bronzi), otto medaglie mondiali (2 ori, 3 argenti e 3 bronzi), 82 vittorie e quattro Coppe del mondo (2008, 2009, 2010, 2012).
Lindsey Vonn è stata una sciatrice tanto grande da rivoluzionare questo sport, portando bellezza, femminilità ed eleganza sulle piste. La sua prima vittoria risale al 3 dicembre 2004 nella discesa di Lake Louise, valida per la Coppa del mondo. Da li un’escalation pazzesca, una carriera piena di successi e al tempo stesso di infortuni, troppi, che le hanno reso impossibile il raggiungimento del record di vittorie (86) stabilito da Ingemar Stenmark.
Ieri l’epilogo: una chiusura in bellezza come una campionessa di questo calibro meritava.
Grazie di tutto Lindsey Vonn.