“Tristezza e sdegno” per quanto accaduto a Koulibaly, beccato da cori razzisti durante la penultima gara di campionato del 2018, a San Siro contro l’Inter. È il commento del presidente della Fifa, Gianni Infantino, intervistato da SkySport durante il Globe Soccer di Dubai. Un discorso che si è allargato anche ai dirigenti sportivi, invitati dal numero uno della Federazione ad “abbassare i toni, perché certa aggressività che poi sfocia in razzismo o violenza a volte è anche dovuta a toni non sempre adatti proprio da parte di alcuni di loro”. Infantino ha poi proseguito sottolineando quanto sia importante, in questo periodo storico, mettere in pratica degli atti concreti volti a fermare la violenza e il razzismo negli stadi.
Non poteva infatti mancare un pensiero all’ultrà morto durante gli scontri fuori dallo stadio di Milano. “È inconcepibile che ancora si possa morire per una partita di calcio”, ha detto il Presidente. La proposta ai microfoni è quella di prendere esempio dal Regno Unito e dalla “guerra” portata avanti dalla Tatcher per combattere la violenza negli stadi inglesi. “Ci vogliono leggi dure, andare a cercare i violenti uno per uno, e metterli dentro. Oltre a cambiare le leggi, è però necessario che le stesse vengano poi applicate realmente. Anche perché “i violenti non sono tanti, vanno presi e messi fuori dal calcio. Così si rompe il ciclo vizioso”.
Cambiando poi argomento, Gianni Infantino ha paventato l’ipotesi di un allargamento del numero di squadre ai prossimi Mondiali di calcio del 2022. Da 32 a 48. La competizione potrebbe svolgersi non soltanto in Qatar ma anche in altri Paesi del golfo arabo. Anche se, così come precisato dal numero uno della Federcalcio mondiale, “sarà difficile ampliare solo in Qatar”, ma l’idea è quella, eventualmente, di “coinvolgere qualche paese in più che ha infrastrutture che già oggi potrebbero ospitare partite, aprendo al calcio una regione del mondo, il golfo arabo, che è una parte importante per il futuro del mondo”.