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Il Centro di Coverciano compie 60 anni, l’Università del calcio voluta dal marchese Ridolfi

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Crocevia dei più grandi fuoriclasse del calcio italiano, il Centro di Coverciano compie 60 anni. Creato su volontà del marchese Luigi Ridolfi, numero due della Figc negli anni ’50, fu inaugurato il 6 novembre del 1958. Ad oggi è dotato di quattro campi da calcio, una palestra e una foresteria per gli atleti. Nel tempo è diventato anche un luogo da visitare, grazie al Museo del calcio, aperto nel 2000, e la Hall of Fame del calcio italiano, inaugurata nel 2011.

Il Centro di Coverciano è entrato nella storia per essere stata la prima struttura sportiva interamente di proprietà federale. Conosciuta principalmente per aver ospitato tutti i ritiri che hanno anticipato i Mondiali o gli Europei di calcio degli Azzurri, è stata anche crocevia di visite importanti, come quella del Papa Wojtyla. Tantissimi i calciatori che hanno fatto la storia italiana, come Dino Zoff, Giacinto Facchetti, Sandro Mazzola, Roberto Baggio e tanti, tanti altri.

Ma Coverciano è anche balzato agli onori della cronaca quando fu soggetto di un blitz di Polizia e Carabinieri nel periodo nero di Calciopoli. O in occasione della maxi-squalifica inflitta a Borja Valero (nel 2014 alla Fiorentina) che fece infuriare i tassisti, i quali minacciarono di sospendere le corse da Firenze al Centro sportivo in occasione del raduno arbitrale. Ma ancora oggi, e con ogni probabilità per molti altri anni, Coverciano resterà la casa della Nazionale Italiana di calcio.