Dopo le indiscrezioni della Gazzetta dello Sport, arriva finalmente l’ufficialità: l’Uefa ha detto no alla richiesta di Voluntary Agreement effettuata dal Milan. Per capire, però, il rilievo di questa decisione, bisognerebbe prima definire il Voluntary Agreement.
Cos’è il Voluntary Agreement?
Il nuovo regolamento sul Fair Play Finanziario, introdotto nel 2015 e in vigore sino al 30 giugno 2018, ha inserito questo nuovo istituto che offre ai club la possibilità di richiedere un accordo volontario all’UEFA, che gli permetta di derogare alla regola che impone un rosso aggregato massimo di 30 milioni in tre stagioni.
Tramite questo istituto, l’UEFA concede l’opportunità alle nuove proprietà di programmare lo sviluppo societario in un arco temporale più lungo (3-5 anni), anche se si è al di fuori dei parametri previsti dal FFP a patto, però, di rientrare nei tempi previsti dall’accordo.
Per esercitare questo diritto è necessario che:
- al club sia stata concessa una licenza valida per partecipare alle competizioni UEFA per club dall’organo competente nazionale, ma lo stesso club non si sia qualificato per una competizione UEFA per club nella stagione precedente l’entrata in vigore dell’accordo volontario;
- il club richiedente si sia qualificato per una competizione UEFA per club e abbia rispettato il requisito di pareggio nel periodo di monitoraggio precedente l’entrata in vigore dell’accordo volontario;
- il club richiedente sia stato oggetto di un significativo cambiamento nella proprietà e/o partecipazioni di controllo nei 12 mesi precedenti la scadenza per le domande.
Inoltre, il club richiedente il Voluntary Agreement non deve essere stato soggetto di monitoraggio negli ultimi tre esercizi, non deve aver effettuato un accordo volontario, subito un provvedimento disciplinare o stipulato un accordo transattivo.
Le istanze del Voluntary Agreement devono essere presentate entro il 31 dicembre e interessano la stagione successiva.
Per l’applicazione dell’istituto il club deve:
- presentare un piano aziendale a lungo termine, costituito da stato patrimoniale, conto economico e rendiconto finanziario. Tale piano deve basarsi su ipotesi ragionevoli e prudenti, e deve essere redatto nella forma comunicata dall’amministrazione UEFA, e deve includere informazioni circa il pareggio di bilancio fino a periodo di riferimento di oltre quattro anni;
- dimostrare la sua capacità di continuare come impresa in attività almeno fino al termine del periodo coperto dall’accordo volontario;
- dimostrare la propria capacità di raggiungere gli obiettivi e gli obblighi concordati con l’Ufficio Indagine dell’UEFA Club Financial Control Body;
Inoltre, è necessario che un azionista, un socio o una parte correlata, presentino un impegno irrevocabile a sostenere il club finanziariamente per un importo pari al deficit previsto nei periodi interessati dall’accordo volontario.
La strategia del Milan
Il business plan quadriennale presentato dal Milan all’UEFA prevedeva il pareggio di bilancio entro il 2021. Punto fondamentale di questo piano era la commercializzazione del brand in Cina: la dirigenza rossonera, infatti, si aspetta un forte aumento dei ricavi grazie alla crescita degli introiti provenienti dal mercato asiatico.
Per questo motivo, nei mesi scorsi, è stata creata “Milan China”, una controllata che avrà come obiettivo l’espansione del brand rossonero in Cina. In quest’ottica va visto il primo accordo stipulato dal club con un partner cinese: Alpenwater, brand d’acqua minerale naturale, è diventato “Official Partner” del Milan. Al fine di spingere maggiormente questa espansione del club in Cina, la dirigenza milanista sta vagliando anche l’ipotesi di lanciare il canale tematico del club sul mercato cinese.
Il piano del Milan, però, comprendeva l’aumento dei ricavi anche tramite la qualificazione alla Champions League, partecipazione fondamentale per incrementare in maniera esponenziale gli introiti del club.
Infine, la strategia del Milan prevedeva l’iscrizione dei costi del mercato 2017 sul bilancio 2017-2018, libero da vincoli del fair play finanziario. Ciò è possibile mediante l’utilizzo di piani di ammortamento ad aliquote decrescenti (metodo utilizzato dal Napoli).
La decisione finale
Valutata attentamente la proposta presentata dal Milan, l’Uefa ha deciso di rifiutare tale accordo:
“La Camera Investigativa dell’indipendente Organo di Controllo Finanziario per Club ha analizzato la richiesta presentata dall’AC Milan per quanto riguarda il Voluntary Agreement previsto dal regolamento del Financial Fair Play (FFP).
Dopo un attento esame di tutta la documentazione presentata e delle spiegazioni fornite, la Camera ha deciso di non concludere il voluntary agreement con l’AC Milan.
In particolare, la Camera ha considerato che, a oggi, ci sono ancora delle incertezze per quanto riguarda il rifinanziamento del debito che deve essere rimborsato a ottobre 2018 e le garanzie finanziarie fornite dai maggiori azionisti.
L’AC Milan continuerà ad essere soggetto all’attuale monitoraggio e la situazione verrà valutata di nuovo nei primi mesi del 2018.”
Adesso partiranno le trattative tra Milan e Uefa per il “Settlment Agreement“, istituto già sperimentato da Roma e Inter il quale, però, prevede una serie di vincoli sul mercato e sulla composizione della lista per i tornei UEFA.